24 Ottobre 2023

La sanità produce ricchezza: ogni euro investito ne genera due

Ecco i dati del Rapporto Fnomceo-Censis. Il presidente della Federazione Anelli: "Bisogna rendere più attrattive le professioni sanitarie". Il ministro Schillaci: "In manovra risorse per il personale"

Di Caterina D'Ambrosio
La sanità produce ricchezza: ogni euro investito ne genera due

Il diritto alla salute, garantito dall’art. 32 della nostra Costituzione, taglia il traguardo dei 45 anni e fu la senatrice Tina Anselmi a volere il carattere universalistico che garantisce a chiunque di accedere al diritto alla cura. Un’intuizione che ancora oggi, nonostante i chiaroscuri, si conferma un’eccellenza del Sistema Italia.

 

Nell’appuntamento di “Valore Salute” organizzato da Fnomceo (Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) è stato presentato il Rapporto realizzato dal Censis per la Federazione che ha disegnato la cornice dei servizi offerti ai cittadini dal Ssn. Il 90% di loro ritiene che il Governo debba considerare un’assoluta priorità la sanità mentre il 78% ritiene che debba essere la sanità pubblica ad avere un ruolo di primo piano rispetto a quella privata. Un sentiment che rispecchia i dati forniti dal Censis dai quali emerge che puntare sul servizio sanitario nazionale non solo conviene ma ha un effetto moltiplicatore doppio rispetto a quanto investito.

In Italia la spesa pro-capite per la salute è superiore ai 2.000 euro ma se guardiamo alla Germania, ad esempio, l’investimento è poco sopra i 3.000 euro con 2,5 milioni di posti di lavoro tra diretti, indiretti e indotto. La spesa sanitaria è sì un costo ma è soprattutto un investimento con ricadute su tutto il territorio nazionale.

 

"Siamo di fronte a una sfida decisiva – ha detto il presidente Fnomceo Filippo Anelli - perché più risorse pubbliche al Servizio sanitario significa più risorse per il sistema economico e sociale italiano ampiamente inteso. Ad oggi gli investimenti sono il 6,7% del Pil ma il ritorno sociale non è quantificabile perché è fattore di coesione sociale e di crescita economica tanto che nel 2022 ha prodotto 242 miliardi per il settore. Investire in salute non si può considerare una perdita ma dobbiamo lavorare per rendere ancora attrattive le professioni sanitarie". E i dati del Rapporto Censis parlano chiaro. Si calcola, infatti, che da un investimento più alto nella sanità si potrebbero avere da 1,5 a 2,5 di occupati in più, diretti indiretti e indotti. Un dato che va ben oltre gli occupati del servizio nazionale che ad oggi sono stimati in 670mila unità.

 

Investimenti, però, che si scontrano con le numerose difficoltà (a cominciare dalla mancanza del personale medico e paramedico) che durano ormai da un decennio e che, con il Covid, sono esplose con tutte le loro contraddizioni. Un Ssn che necessita di un cambio di passo chiesto sia dai cittadini sia dai professionisti sanitari come ha confermato il presidente Anelli: "Il Ssn è un attore primario dello sviluppo economico del nostro Paese. E’ un investimento sulla coesione sociale e sull’insieme dell’infrastruttura socioeconomica. Ma bisogna rendere nuovamente attrattivo il settore. Il 50% dei giovani che si stanno specializzando – ha proseguito – non sanno dove andranno a lavorare. I medici e gli infermieri hanno grandi difficoltà e vorrebbero lasciare. Dobbiamo evitarlo e possiamo farlo solo mettendo in campo un piano straordinario di assunzioni e incentivi. Farli restare deve essere una priorità, sono una risorsa che abbiamo formato in modo eccellente".

 

E su riorganizzazione e nuove assunzioni è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci: "Voglio ricordare che la nuova manovra prevede risorse per le assunzioni nelle Case di comunità e che un incremento del Fondo sanitario nazionale apre alle Regioni ulteriori spazi di spesa per il personale”. E sulle liste d’attesa, che pregiudicano spesso il diritto alla salute, il ministro ha sottolineato che "anche per il 2024 le Regioni disporranno di circa 520 milioni da utilizzare per l’abbattimento dei tempi di attesa, soldi che sono vincolati al raggiungimento di quest’obiettivo". Risorse che si aggiungono, come ha evidenziato Schillaci, agli investimenti previsti nella prossima manovra di Bilancio pari a 3 miliardi di euro e destinati al personale che, con i 2 miliardi dello scorso anno, fornirebbero una prima copertura agli annosi problemi delle strutture sanitarie.
"Noi tutti – ha aggiunto – siamo chiamati a dare nuovo impulso. Il Ssn è un collante sociale, dobbiamo superare le diseguaglianze e dare risposte. Dobbiamo ripensare il modello organizzativo, ridurre la burocrazia e puntare sulla sanità di prossimità".

 

Il nodo per il nostro personale sanitario, a cominciare dagli infermieri, però, è sempre lo stesso: turni massacranti e retribuzioni non adeguate. Intanto il ministro Schillaci ha confermato in 280 milioni “l’investimento per l’aumento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive, su base volontaria, per medici e operatori sanitari sempre per lo smaltimento delle liste d’attesa".
La fiducia dei cittadini nel Ssn, nonostante le difficoltà, rimane intatta, ma una riforma e una riorganizzazione sono necessarie se si vuole mantenere intatto lo spirito universalistico e di coesione sociale di tutto il settore.

 

 

 

Rapporto Fnomceo-Censis

 

 

 

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