28 Marzo 2024

Cancro alla mammella: ecco le priorità degli esperti per la politica

Il Policy Act 2024 è il documento in otto punti messo sul tavolo da una quarantina di medici e studiosi sanitari per diffondere, attraverso interventi normativi, l’eccellenza nella strategia di contrasto del tumore al seno

Di NS

Prevenzione e approccio olistico nel percorso di malattia della paziente fino al suo ritorno alla piena femminilità. Soprattutto investimenti in test genetici, screening e medicina di precisione, oltre che allocazione delle risorse appropriate per le terapie avanzate per contrastare il tumore. Questo chiedono i clinici alle istituzioni per combattere efficacemente la battaglia contro il cancro al seno, una malattia che colpisce in Italia una donna su 8 e un uomo ogni 600. Inadeguatezza del sistema nell’affrontare questo problema e lentezza nel recepire l’innovazione come quella rappresentata dai test genetici di nuova generazione e dalle nuove terapie personalizzate di cui le pazienti hanno urgente bisogno, sono i temi messi sul tavolo dagli oltre 40 medici ed esperti sanitari del settore che hanno dato vita, stamani alla Camera, alla prima Consensus Innovation in Breast Cancer.

La Consensus, avviata a novembre dello scorso anno, ha portato alla  redazione del Policy Act 2024, un documento costruito su otto 'pillar' che sintetizza le linee di indirizzo per gli interventi normativi finalizzati a portare l’eccellenza nella strategia sanitaria per contrastare il tumore al seno e risondere così ai bisogni di migliaia di donne e uomini cui ogni anno in Italia viene diagnosticato un carcinoma mammario (nel 2023 sono state 55.900 le diagnosi, secondo i dati diffusi da Aiom).

"Il tumore alla mammella va affrontato con provvedimenti che non riguardano un singolo ‘momento’ della malattia, ma che incidano su tutti gli aspetti della sua gestione. Ciò di cui abbiamo bisogno è migliorare i percorsi di screening e prevenzione, intervenire tempestivamente grazie all’innovazione terapeutica e all’esperienza clinica, per restituire alle donne che affrontano questo difficile percorso una buona qualità di vita", ha sottolineato Carmine Pinto, coordinatore della Consensus e direttore di Struttura Complessa Oncologia Medica Provinciale AUSL-IRCCS Reggio Emilia, che ha consegnato il Policy Act al Parlamento, nelle mani del presidente della Camera Lorenzo Fontana, e al Governo, attraverso il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il direttore generale della Prevenzione sanitaria, Francesco Vaia.

Proprio sull'importanza e centralità della prevenzione e, quindi, degli screening, si è soffermato il ministro Schillaci, evidenziando come in particolare si stia "puntando ad allargare le fasce d’età, prevedendo lo screening dai 45 ai 74 anni. Il numero di neoplasie (e non soo della mammella), infatti, è in grande aumento soprattutto in fasce di popolazione più giovane, in partilare under 50".
Un tasto, quello della prevenzione, sul quale si è focalizzato anche Vaia: Corretti stili di vita possono aiutare a diminuire la domanda di cura e migliorarne l’accessibilità. Bisogna allargare la fascia d’età con estensione fino ai 74 anni degli screening per la prevenzione. Prevenzione che deve e può essere l’attrice del cambiamento”.

“Nella lotta contro questa, così come contro altre neoplasie – ha evidenziato invece il presidente della Camera Fontana nel suo messaggio di saluti –,  è cruciale il sostegno delle istituzioni, chiamate a supportare la ricerca e a superare gli ostacoli ancora esistenti nell’accesso ai test diagnostici e alle terapie innovative, assicurando trattamenti avanzati. Dobbiamo ricordare che dietro ogni statistica ci sono persone, che richiedono non solo cure, ma soprattutto attenzioni non strettamente limitate alla propria malattia. Per questo motivo ritengo necessario promuovere un approccio olistico nel trattamento delle pazienti, mirato sia alla sconfitta del male dal punto di vista clinico, sia al loro benessere psicofisico". 

Infine, a chiudere il cerchio della politica al servizio della sanità, dei pazienti e dei caregiver, la deputata della Lega, Simona Loizzo, presidente dell’intergruppo parlamentare sulle nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella, che ha promosso l’evento, ha affermato: Il tumore al seno è la neoplasia più comune nel sesso femminile e oggi ha delle strade di successo terapico spesso non omogeneamente perseguite in tutto il sistema sanitario nazionale. Per questo oggi siamo qui con l’obiettivo di aiutare il legislatore, facendo il punto sulle nuove terapie, da quelle chirurgiche a quelle farmacologiche e affrontando tematiche di importante compliance per la donna come l'estetica oncologica, al fine di produrre un documento che sia alla base di una nuova proposta di legge che immetta nei livelli essenziali di assistenza una serie di interventi mirati per migliorare le attività di cura e assistenza per le persone colpite dal tumore al seno".

Ma entrando infine nel merito del Policy Act, gli otto pilastri riguardano prevenzione e screening, accesso alle terapie innovative, uniformità dei Pdta regionali, oltre agli aspetti che completano la gestione della malattia per un ritorno a una buona qualità di vita delle pazienti come la chirurgia ricostruttiva, l’accudimento dermatologico, il supporto psico-oncologico e quello nutrizionale. Nel documento sono state formulate proposte di attività prioritarie sulle quali viene chiesto al Parlamento di concentrare i propri sforzi in ambito normativo: l'uso di sistemi digitali per gli inviti agli screening; l’accesso anticipato a trattamenti innovativi; la valorizzazione degli interventi chirurgici complessi; l’omogeneizzazione dell'inserimento dello psico-oncologo nei Pdta; l’individuazione di percorsi formativi specifici in dermatologia oncologica e detrazioni fiscali per prodotti dermo-cosmetologici. 



Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram