12 Luglio 2024

Liste d'attesa, è ancora scontro. FdI: "Procederemo con celerità"

Zaffini, presidente della commissione Sanità del Senato, sprona: "Andremo avanti anche sull'articolo 2 che dà allo Stato gli strumenti per controllare le autonomie". Malavasi (Pd): "Schillaci sfiduciato da Regioni". E Zaia: "Lesa la nostra autonomia"

Di NS
Liste d'attesa, è ancora scontro. FdI: "Procederemo con celerità"

Il decreto Liste d’attesa stenta a marciare in Parlamento. Ma intanto non latitano le polemiche che anzi continuano a impazzare, sia tra maggioranza e opposizione sia tra governo e Regioni. “Per quanto mi riguarda la Commissione del Senato di cui sono presidente andrà avanti celermente con il provvedimento, valuterà gli emendamenti, accogliendo quelli che potrà accogliere e ovviamente respingerà quelli che non tengono conto dell’impianto di questo provvedimento, compreso il famoso articolo 2 che dà gli strumenti al ministero, quindi allo Stato, per verificare che le Regioni effettivamente si adoperino per l’assorbimento delle liste d’attesa”. È perentorio il senatore di Fratelli d’Italia Francesco Zaffini, che appunto guida la Commissione Sanità e Lavoro.

Poi l’esponente di maggioranza attacca le opposizioni e in particolare il Pd: "La sinistra con il suo leader totalmente digiuno dei temi della salute, continua a speculare sulla sofferenza degli italiani, specialmente dei fragili che aspettano una prestazione sanitaria e non ce l’hanno nei tempi e nei modi in cui se la meritano. Proprio loro che hanno creato le condizioni perché accadesse tutto questo, speculano su tale circostanza facendone strumento di propaganda politica e di strumentalizzazione elettorale”. Quindi Zaffini rincara: “Fare politica diffondendo fake news sul nostro sistema sanitario è deprecabile e disonesto perché rompe il rapporto di fiducia del paziente sulla nostra Sanità, già messo a dura prova dal Covid, e sui nostri professionisti che ogni giorno si adoperano anche sopra le forze per colmare i guasti creati dalla sinistra negli anni che ha governato".

Dal versante Dem risponde a stretto giro Susanna Camusso: “Il centrodestra non riesce ad accettare che il decreto liste d'attesa sia stato un fallimento su tutta la linea e allora che fa? Invoca il passato e cerca disperatamente un nemico su cui scaricare la colpa. Dopo ben oltre due anni di governo, è giunto il momento che questa maggioranza realizzi che sono loro ad amministrare, sono loro a prendere le decisioni, e sono loro che stanno producendo solo decreti d’urgenza omnibus che nulla risolvono, riducendo ormai il Parlamento al ruolo di mero passacarte. Forse, se il Governo avesse ascoltato anche le proposte dell’opposizione e le necessità delle Regioni - invece di permettersi di indicare che cosa può o non può dichiarare un assessore - ieri avrebbe scampato l'ennesima figuraccia”. L’ex segretaria generale della Cgil aggiunge: “Il tutto, ben incorniciato nel ridicolo, se consideriamo che il Governo Meloni con questo decreto ha tentato di sottrarre poteri alle regioni, proprio dopo aver forzato in tutti i modi, la corsa accelerata per approvare l’autonomia differenziata, ovvero lo spacca Italia”. Ancora più dura la dem Ilenia Malavasi, membro della commisisone Affari sociali della Camera, che sottolinea come oggi ad essere bocciata sia "la linea del governo Meloni e l’azione del ministro Schillaci che, di fatto, è stato sfiduciato da molti Presidenti di regione della sua maggioranza. Come può pensare di continuare a operare e senza la fiducia delle Regioni? Schillaci ne tragga le conseguenze".

E proprio le autonomie, evocate nel duello politico e in prima linea contro il decreto, tornano a parlare con il governatore del Veneto, Luca Zaia: "L’articolo 2 lede l'autonomia delle Regioni. Io voglio pensare che sia semplicemente una svista". Poi argomenta: "Se chiedessimo ai veneti piuttosto che ai campani o ai residenti in altre regioni se vogliono avere una sanità gestita da Roma o dal loro presidente direttamente eletto tutti direbbero che preferiscono la gestione regionale. Quindi questo è rispettare la volontà dei cittadini". Zaia entra quindi nel merito di alcune delle questioni affrontate dal decreto: “Il tema della mancanza di medici è un tema che pesa tantissimo perché è il vero tema al quale ovviamente si aggiunge un carico in crescendo di prestazioni date dal tema della dell'appropriatezza della cura, della medicina difensiva e molto altro ancora".

 

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