14 Novembre 2024

Pronto soccorso, è allarme privatizzazione

Il M5s interroga il governo. Il sottosegretario Gemmato: "Coinvolgimento legittimo se le strutture sono accreditate e inserite nella Rete dell'emergenza-urgenza". Il pentastellato Quartini non ci sta: "E' a rischio la tutela della salute"

Di Marta Tartarini
Pronto soccorso, è allarme privatizzazione

Allarme pronto soccorso privati. Il Movimento cinque stelle ha sollevato il tema del proliferare in diverse Regioni di strutture, appunto, private nella rete dell'emergenza, con una interrogazione. Tra i dati riportati, in particolare, quelli di Ats Città metropolitana sui flussi nei pronto soccorso della città di Milano sui pazienti trasportati dal 118: il 30% nei ps privati e il 22% nel pubblico. Con un rapporto invertito, invece, guardando agli accessi autonomi. Un sos rispedito al mittente dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, in commissione Affari sociali della Camera. Gemmato ha infatti precisato che "il coinvolgimento di strutture private nell’erogazione di prestazioni di pronto soccorso può considerarsi legittimo, solo nella misura in cui dette strutture risultino accreditate e correttamente inserite nella Rete dell’emergenza-urgenza, secondo le indicazioni della programmazione regionale, nonché in coerenza con i requisiti e gli standard di livello nazionale".

I pentastellati, che denunciano la "progressiva privatizzazione" di tutta la sanità, hanno chiesto in particolare quali misure il governo intenda mettere in campo per "circoscrivere il fenomeno dei pronto soccorso privati che rischia di creare contesti inappropriati" per la cura e dare il via libera ad una "sanità privata selettiva e a pagamento".
Il primo firmatario è Andrea Quartini, capogruppo M5s in commissione Affari sociali, che ha evidenziatto: strutture private "non convenzionate e non inserite nella rete regionale, si stanno diffondendo, soprattutto nelle grandi città, come soluzione per le lunghe attese ai pronto soccorso pubblici".
La questione, secondo i Cinque stelle, è che si tratta spesso di realtà "inadeguate a gestire l’emergenza-urgenza" e che forniscono prestazioni a pagamento selezionandole "sulla base della minore complessità e maggiore remuneratività".

Un falso problema, a sentire Gemmato che oltre a ricordare il quadro in cui è da ritenersi lecito il coinvolgimento di strutture private, ha anche aggiunto come al di fuori di questi paletti non sia “legittima l’erogazione di prestazioni di pronto soccorso propriamente dette e può risultare tendenziosa la rappresentazione di una siffatta tipologia di assistenza offerta nei confronti dell’utenza".

Una risposta che non ha soddisfatto però il parlamentare M5s. Per Quartini, infatti, la risposta del governo conferma “il progressivo passaggio verso la privatizzazione del servizio sanitario nazionale". Con il rischio "di non tutelare adeguatamente la salute dei cittadini, in quanto il soggetto privato tende a far aumentare i costi e a scegliere le prestazioni più remunerative".

 

L'interrogazione

 

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