Carenza infermieri, dal Veneto un voucher per incentivare le iscrizioni
Si tratta di mille euro per ciascuno dei tre anni di corso alle facoltà di Infermieristica. Gli assessori Mantovan e Lanzarin: "Una novità assoluta tra le regioni a statuto ordinario". Plaude il Nursind: "Favorevoli a tutte le iniziative volte a rendere più appetibili formazione e tirocini e a trattenere in servizio chi già esercita la professione"

La carenza di infermieri, per dimensioni e gravità del fenomeno, rappresenta la vera spada di Damocle sulla testa del nostro Ssn. Il ministero della Salute, si sa, per tamponarla ha deciso di ricorrere a contingenti stranieri. Nel frattempo, però, alcune Regioni stanno cercando di correre ai ripari. È il caso della Regione Veneto, tra le prime a lanciare l’sos-organico. E oggi ha presentato l'iniziativa di "un voucher di 1000 euro l’anno per ciascuno dei tre anni di corso per i nuovi iscritti alle Facoltà di Infermieristica" che "supereranno l’esame annuale di tirocinio".
IL PROVVEDIMENTO
Il provvedimento è stato illustrato a Palazzo Balbi dall’assessore al Lavoro Valeria Mantovan e dall’assessore alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin, insieme ai rispettivi direttori d’Area Santo Romano e Claudio Costa. "Una misura concreta – hanno spiegato in una nota -, una novità assoluta, tra le regioni a statuto ordinario, per rispondere a una situazione emergenziale in una società che sta progressivamente cambiando dal punto di vista demografico. Il voucher, erogato da Veneto Lavoro mediante i Centri per l’impiego, con fondi stanziati dalla Regione del Veneto attraverso fondi FSE+ 2021–2027, per un investimento complessivo di 9 milioni di euro, punta ad incentivare, con un supporto economico, l’immatricolazione a uno dei corsi di laurea delle professioni sanitarie in cui la carenza di iscritti pesa di più: in Veneto mancano all’appello 3.500 infermieri nel settore sanitario e socio sanitario, un numero elevato che desta preoccupazione per le ripercussioni che potrebbe avere a lungo andare sull’organizzazione del sistema sanitario regionale".
IL PLAUSO DEL NURSIND
Un’iniziativa che incontra il favore del Nursind, primo sindacato di infermieri in Italia: "In qualche modo stiamo ripescando iniziative che in passato hanno dato i loro frutti e che, naturalmente, ci trovano d’accordo. Tutto quello che, infatti, può incentivare la professione rendendo più appetibili i corsi di laurea e i tirocini, da un lato, e convincere chi già la esercita a non abbandonarla dall’altro, ci vede favorevoli", è stato il commento del segretario nazionale Andrea Bottega. "Non a caso, anche a livello nazionale – ha aggiunto il segretario -, in più occasioni abbiamo avanzato proposte simile a questo voucher. Abbiamo chiesto, ad esempio, di valutare iniziative tipo l’esonero dalle tasse per gli studenti di Scienze infermieristica o di venire incontro ai tirocinanti fuori sede predisponendo delle aree per il pernottamento". Oltre alla riduzione dei costi per la formazione, però, secondo il Nursind, bisogna pensare anche a chi è già in servizio ed "è alle prese con magri stipendi": "Aumentare i fondi della contrattazione aziendale – ha concluso Bottega – sarebbe un modo per premiare gli operatori sanitari e anche per tentare di tenerseli stretti".
LA SPERIMENTAZIONE
"Così come negli anni passati – ha evidenziato l’assessore Mantovan – avevamo introdotto un voucher per l’iscrizione ai corsi per Operatori socio sanitari (Oss), con un contributo onnicomprensivo di 1.500 euro, che ha comportato un aumento dei corsi dai 45 del 2022 ai 65 attuali, con oltre 4mila allievi, dal 2025 introdurremo questa misura innovativa, con cui vogliamo continuare a garantire ai nostri cittadini i livelli di prestazioni essenziali. Si tratta di un provvedimento sperimentale reso possibile anche grazie all’incremento nella programmazione del FSE+ ‘21-‘27 dei fondi destinati all’Inclusione sociale, passati da 190 a quasi 300 milioni di investimenti".
IL DRAMMA DELLA CARENZA DI INFERMIERI
“Se è vero, come evidenziamo sempre – ha sottolineato Lanzarin – che in Veneto mancano 3.500 medici, concentrati soprattutto in alcune specialità come l’emergenza urgenza, anestesia e rianimazione, o i medici di famiglia, e 2.000 Oss, il vero dramma è quello della carenza di infermieri. Nonostante l’incremento dei posti a disposizione nelle Università di Padova e Verona, passati dai 1.200 dell’anno accademico 2020/2021 ai 1.833 attuali, il numero delle immatricolazioni non è ancora sufficiente a soddisfare il fabbisogno. Nel comparto sanitario, nel 2024, il saldo tra infermieri assunti e quelli cessati è stato pari a – 359 e nonostante il 2025 registri 23.816 infermieri, in crescita rispetto ai 23.714 dell’anno precedente, siamo lontani dai 24.212 del 2024. A preoccupare, in particolare, è il dato relativo alle dimissioni inattese: si tratta di personale che torna nei luoghi di origine, nel Sud Italia ad esempio, o che passa dal pubblico al privato. Ecco allora come la Regione abbia dovuto fare una riflessione a tutto campo per arginare la situazione e trovare interventi efficaci per accrescere la capacità di attrarre e mantenere gli infermieri nelle strutture".
LE INZIATIVE IN CAMPO
È stato attivato un progetto sperimentale di mobilità volontaria tra le aziende ed enti del Ssr, con 474 domande pervenute da infermieri con più di 5 anni di servizio. L’obiettivo è valorizzare le preferenze e le esigenze dei professionisti, facilitando un miglior equilibrio vita-lavoro senza obbligo di partecipazione a nuovi concorsi, e promuovere una gestione integrata e sinergica delle risorse umane su scala regionale.
Sarà rilanciata nelle prossime settimane la campagna digitale già sperimentata nel 2024 e destinata ai giovani che si affacciano alla scelta universitaria. Con il claim “Diventa infermiere: al centro della sanità”, la campagna mira a raccontare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze, contenuti scaricabili e link diretti alle iscrizioni ai corsi delle Università di Padova e Verona.
Sono stati attivati, in ciascuna azienda sanitaria, sportelli psicologici per cercare di contrastare i fenomeni da burnout e da stress lavoro correlato.
"Un impegno – ha concluso Lanzarin - che prosegue sul versante contrattuale: proprio ieri si è svolto il primo incontro tra la Regione e le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria e del comparto per l’applicazione della legge regionale n. 26 del 2024, che prevede un significativo incremento dei fondi contrattuali per il personale del Servizio sanitario regionale pari a 51 milioni di euro all’anno per tre anni. Le risorse, che saranno destinate anche agli infermieri, mirano a valorizzare le condizioni di lavoro attraverso strumenti innovativi, premi di risultato, indennità specifiche e misure di welfare integrativo. Il confronto proseguirà il 28 luglio, con l’obiettivo di definire in tempi rapidi gli indirizzi operativi per la contrattazione integrativa aziendale".
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