Manovra e sanità: 450 milioni per il piano assunzioni nel 2026
Una bozza della legge di Bilancio, ancora non consolidata, punta a rafforzare gli organici e le buste paga degli operatori della salute. L'indennità di specificità infermieristica passa da 285 a 480 milioni annui. Ecco le misure

La legge di Bilancio ancora balla. Manca un consolidamento definitivo al testo della manovra, in attesa della trasmissione al Parlamento. Intanto, però, nelle bozze che circolano vengono via via precisate le misure che riguardano la sanità e che animano i saldi di cui già si parla da giorni, cifre adesso fissate nell’articolo 62: 2,4 miliardi di euro aggiuntivi per il 2026 e 2,65 miliardi l’anno per il 2027-2028 (meno delle attese della vigilia).
A questo punto il piano assunzioni di operatori della salute sul triennio, come già scritto da Nursind Sanità, risulta inevitabilmente ridimensionato rispetto alle aspettative della vigilia, da 30mila a circa 20mila unità. La premier Giorgia Meloni ha issato l’asticella del 2026: 6.300 infermieri e mille medici in più. Ora l’articolo 69 della legge di Bilancio precisa che l’anno prossimo è autorizzata una spesa di 450 milioni di euro per il reclutamento a tempo indeterminato. Inoltre, le Regioni potranno aumentare gli esborsi fino al 3% dell’incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’anno precedente, nell’osservanza dell’equilibrio economico e dei Lea.
Sul fronte delle buste paga, la bozza reca un incremento delle indennità. Quella di specificità infermieristica passa da 285 a 480 milioni annui, da erogare nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale riferita al triennio 2019-2021. In più, le autonomie potranno far lievitare la spesa per prestazioni aggiuntive di medici e personale sanitario dipendente, grazie alle risorse del Fsn, fino a un totale di 143,5 milioni (101,9 milioni per i medici e 41,6 milioni per il restante personale sanitario). Infine, viene confermata la flat tax al 15% su questi compensi (fino a 800 euro), tuttavia la detassazione al 5% dei rinnovi contrattuali 2025-2026 (che comunque interessa i redditi fino a 28mila euro) non riguarda il lavoro pubblico e questo sta già suscitando malumori in alcune fasce del comparto salute.
L’articolo 70 invece punta a valorizzare gli operatori del Pronto soccorso. Dunque, dal primo gennaio prossimo fino a fine 2029, le Regioni potranno, in via sperimentale, incrementare sino all’1% della parte stabile dei fondi la componente variabile delle retribuzioni di medici, infermieri e oss che operano nei Ps. L’aumento è riservato a questa tipologia di personale attraverso la dinamica della contrattazione integrativa. L’articolo 94, invece, prevede un monitoraggio permanente che mette in correlazione i finanziamenti e i livelli di erogazione dei servizi del Ssn, integrando gli indicatori di performance già esistenti e in linea con i criteri di riparto e con i fabbisogni standard.
Al capitolo prevenzione 238 milioni di euro annui vanno al potenziamento dello screening mammografico per il tumore della mammella, allo scopo di estenderlo alle donne di età compresa tra 45 e 49 anni e tra 70 e 74 anni. Una parte delle risorse finisce al rafforzamento degli screening per il tumore del colon-retto, con la finalità di estenderlo ai 70-74enni. E si punta a proseguire anche la prevenzione e monitoraggio del cancro al polmone. Solo per il 2026, questi programmi si giovano di ulteriori 247 milioni di euro.
Sulla salute mentale la manovra stanzia 85 milioni per l’anno 2027, 90 milioni nel 2028 e 30 milioni a decorrere dal 2029 per potenziare le strategie e le azioni di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza. Inoltre, dal 2027 arrivano 350 milioni in più per i Drg acuti. La legge di Bilancio poi vincola 50 milioni annui dal 2026 per la farmacia dei servizi, le cui prestazioni sono stabilmente integrate nel Ssn. E 20 milioni in più all’anno sono indirizzati alle cure palliative. Il testo obbliga quindi l’Aifa a revisionare annualmente il Prontuario terapeutico nazionale (Ptn) dei medicinali erogabili a carico del Ssn.
Non mancano nella bozza ulteriori ritocchi ai tetti per la spesa farmaceutica: quella diretta sale dello 0,20% e quella convenzionata dello 0,05%. Intanto 1,1 miliardi in più vanno all’aumento delle tariffe di prestazioni ambulatoriali e ospedaliere, garantendo maggiori risorse ai privati accreditati. I fondi per i dispositivi medici salgono invece di 280 milioni. E infine 20 milioni di euro vengono stanziati l’anno prossimo per “promuovere modelli innovativi di gestione clinico-organizzativa" nonché "potenziare la qualità dell’assistenza erogata dagli ospedali”: una misura sperimentale che viene rivolta per adesso agli Irccs pubblici e ai nosocomi di rilievo nazionale e di alta specializzazione.
La bozza della manovra
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram