19 Maggio 2023

"Abbiamo bisogno di dirigenti sanitari che sappiano dire no"

Il senatore Andrea Crisanti a Nursind Sanità sul suo disegno di legge che emancipa i vertici delle aziende dalla politica: "Stop a questo carosello di gente che circola sempre negli stessi posti"

Di Ulisse Spinnato Vega
"Abbiamo bisogno di dirigenti sanitari che sappiano dire no"

“Sa qual è il vero scopo di questo testo? Avere dei dirigenti sanitari che siano in grado di dire no”. Il senatore del Pd Andrea Crisanti rivela a Nursind Sanità la ratio di fondo del suo disegno di legge che mira a rendere i vertici delle aziende sanitarie più autonomi dalla politica e, quindi, modifica il decreto legislativo del 2016 che oggi, troppo timidamente, persegue lo stesso fine. Il professore di microbiologia prestato al Parlamento, dopo le battaglie in prima linea negli anni difficili del Covid, aggiunge netto: “Dobbiamo togliere tutto questo carosello di gente che circola sempre negli stessi posti. È vero che la sanità ha bisogno di più soldi, ma soprattutto questi soldi vanno usati meglio”.

Dunque, qualità e competenza delle persone accanto a una maggiore indipendenza dal potere delle Regioni. Con un occhio al legame territoriale e al contesto di riferimento. Partendo dalla figura chiave del direttore generale, il cuore del progetto di legge prevede infatti che la commissione di valutazione e nomina sia formata dall’Anac e non più dalla Regione stessa. Inoltre, questo organo tecnico-scientifico non propone più una rosa di nomi da cui il potere politico pesca in modo discrezionale, ma mette sul tavolo un singolo candidato che il governatore può rifiutare soltanto “per motivate e comprovate ragioni derivanti dall’esistenza di un conflitto di interessi”, spiega la relazione del disegno di legge.

Le attuali commissioni vedono all’interno un rappresentante della Regione stessa, uno di Agenas e poi esperti indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti. Nel testo Crisanti, invece, gli organismi nominati dall’Autorità anticorruzione prevedono l’inclusione di rappresentanti dei medici, degli operatori sanitari, dei pazienti e anche del sindaco del luogo in cui ha sede l’azienda o l’ente per cui si procede. Ecco, dunque il legame con il territorio. Peraltro, la commissione valutatrice resta in carica durante tutto il mandato del dg (che va da tre a cinque anni) e ha un impatto forte, con pareri vincolanti o semi-vincolanti, su quello che potremmo chiamare ‘recall’, ossia la fase di conferma o revoca dell’incarico dopo i primi 24 mesi. Oppure sull’eventuale nomina di un commissario. Questa procedura oggi è sostanzialmente sotto il controllo del decisore politico.  

Inoltre, proprio per evitare incrostazioni eccessive di potere, un direttore generale diventa incompatibile dopo due mandati ed è dunque costretto a cambiare regione per continuare a esercitare. Ma il disegno di legge Crisanti interviene anche sul procedimento di nomina, da parte del dg, delle altre figure apicali: il direttore sanitario, il direttore amministrativo e, quando previsto dalla legge regionale, il direttore dei servizi socio-sanitari. Gli elenchi regionali per questi ruoli, contemplati oggi dal decreto legislativo del 2016 e appannaggio dei governatori, vengono sostituiti con elenchi nazionali che si formano come quello dei direttori generali e dunque sono tenuti anch’essi presso il ministero della Salute.

Insomma, in un momento di grande difficoltà strutturale per il nostro Ssn la proposta del senatore dem cerca di togliere le nomine nelle aziende sanitarie dalle grinfie della politica. Il testo ha subito raccolto sponde tra le altre opposizioni in Parlamento, a partire dal M5s che ha fatto del tema una sua battaglia storica. Ora si tratta di capire quali saranno le reazioni da parte della maggioranza che peraltro governa 16 enti intermedi su 21. Nel frattempo, la petizione parallela su Change.org ha già raggiunto circa 1.500 firme e tra i sottoscrittori c’è anche il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega: “Ben venga una maggiore autonomia dei direttori generali delle aziende sanitarie dalla politica. È positivo inoltre che della commissione deputata alla scelta dei direttori da sottoporre alle Regioni facciano parte anche gli stakeholder del mondo della sanità, dalle organizzazioni sindacali alle associazioni di pazienti. Il Servizio sanitario non ha bisogno di dirigenti catapultati o cooptati, infatti, ma di persone che ne conoscano esigenze e i problemi”.


Il ddl Crisanti (con relazione)

Il ddl Crisanti (testo a fronte)

 

 

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